GIORNATA DELLA MEMORIA
“Ricordare è un dovere: essi non vogliono dimenticare, e soprattutto non vogliono che il mondo dimentichi, perché hanno capito che la loro esperienza non è stata priva di senso, e che i Lager non sono stati un incidente, un imprevisto della Storia.” P. Levi
Il 27 gennaio 1945 i cancelli del campo di sterminio di Auschwitz vennero abbattuti e circa 9.000 prigionieri furono liberati dall’esercito sovietico. Questa data rimane simbolo della fine di orrori, tra i più atroci della storia, un’eliminazione sistematica da parte dei nazisti di milioni e milioni di persone: ebrei, rom, slavi (polacchi, russi..), omosessuali, persone con disabilità, dissidenti politici e religiosi, testimoni di Geova, persone definite asociali (come le prostitute, i senzatetto, alcolisti, tossicodipendenti, mendicanti..).
Sono trascorsi 76 anni ed è ancora necessario ricordare, perché ancora oggi, occorre renderci conto di quanto, la banalità del male, come la chiamava Hannah Arendt, continui a serpeggiare nelle nostre vite. Non serve essere direttamente violenti per fare del male, basta anche, a volte, l’incuranza, il disinteresse, una cattiva informazione, la diffusione di stereotipi e pregiudizi, l’accettazione dell’odio, dell’indigenza o della disumanizzazione dell’Altro, qualsiasi Altro sia.
Quando si parla con chi ha vissuto i tempi del nazismo e si chiede come sia potuto accadere, alcuni rispondono “Non sapevamo, le persone sparivano, ma non sapevamo”, anche questo lasciar andare, ha permesso ciò che è successo.
Oggi non si può più dire di non sapere ciò che accade e non si può più accettare che alcune persone continuino ad essere torturate, che non abbiano una casa, che muoiano in mare o sulla terra, che vengano riportate in campi di detenzione, che non siano libere di vivere la loro terra o la terra di altri, se la loro è inospitale, non possiamo accettare che le vittime diventino carnefici o che ci siano ancora vittime, nonostante il riconoscimento dell’importanza della tutela dei DIRITTI UMANI, fondamento giuridico delle Costituzioni moderne, diritti inalienabili per OGNI ESSERE UMANO.
Non possiamo accettare che qualcuno sia definito colpevole per il sangue che scorre nelle sue vene, per il colore della pelle, per la religione che predica o il luogo in cui nasce, permettere questo non ci fa essere diversi, non ci fa essere migliori di chi ci ha preceduto 70 anni fa.
Che ogni giorno sia il 27 gennaio, perché un giorno solo non basta, siamo tutti complici di quello che accade oltre o dentro i nostri confini, lo eravamo allora e lo siamo ancora oggi.
Qui un utilissimo volantino con tutte le attività per le scuole e non solo, preparato dalla regione Piemonte e la città di Torino in occasione della Giornata della Memoria.
http://www.istruzionepiemonte.it/wp-content/uploads/2021/01/opuscolo_GiornoMemoria_2021-1.pdf
E qui di seguito alcuni film per affrontare un tema complesso e doloroso con parole delicate, con bambin* e ragazz*.
In queste occasioni, la mediazione di una persona adulta è sempre utile per rielaborare concetti, pensieri ed emozioni.
- ARRIVEDERCI, RAGAZZI (1987)
Un film un po’ datato, che parla di un gruppo di ragazzi e di come alcune vite possono essere spezzate o salvate con estrema facilità. Basato su una storia vera, in ricordo di chi non c’è più. Profondo, preciso.
- JONA CHE VISSE NELLA BALENA (1993)
Un film che riprende il romanzo autobiografico di Jona Oberski Anni d’infanzia. Un bambino nei lager. Jona è molto piccolo quando viene deportato in un campo di concentramento. Un racconto di dolore, fame e freddo, dal finale tragico, come tragica era la vita, ma se “filtrato” da una persona adulta la visione è consigliata anche per i bambini.
- LA VITA È BELLA (1997)
Un film che ricordiamo tutti, con commozione e tenerezza, la storia di un’amore, di una famiglia che viene deportata e di un papà che cercherà di creare una realtà che non c’è per proteggere il suo bambino. La catastrofica realtà dei campi di sterminio raccontata con delicatezza e ironia.
- TRAIN DE VIE (1998)
Un film che fa sorridere nonostante il tema trattato sia devastante. La vicenda ruota intorno ad una comunità ebraica che per evitare la prigionia nazista, organizza una finta deportazione per raggiungere la Palestina e trarsi in salvo.
- MONSIEUR BATIGNOLE (2002)
Edmond Batignole è un macellaio che cerca di “sopravvivere” in maniera del tutto egoistica, atteggiamento con cui si troverà a fare i conti quando si vedrà “costretto” ad aiutare in casa sua tre bambini sfuggiti ai nazisti. Più che un film sul tragico destino degli ebrei, Monsieur Batignole è un film che nella sua semplicità vuole mostrare l’animo umano, nella sua accezione più umana, esclusi i nazisti e i loro più fedeli e ottusi servi, tutti i personaggi dimostrano come ognuno possa fare la sua parte.
- IL BAMBINO CON IL PIGIAMA A RIGHE (2008)
Bruno ha 8 anni e suo padre è un ufficiale delle SS, Shmuel ha più o meno la stessa età di Bruno, e vive nel in un campo di concentramento. Tra loro nasce un’amicizia segreta che va oltre i confini, oltre i colori, le ideologie.
- CORRI RAGAZZO CORRI (2013)
Srulik è fuggito dal ghetto di Varsavia con l’aiuto del padre, si finge un orfano polacco per scampare alle truppe naziste. Con il nome fittizio di Jurek, tenta in ogni modo di sopravvivere e di essere coraggioso, basato su una storia vera, potente ed emozionante.
- LA STELLA DI ANDRA E TATI (2018)
Il primo cartone d’animazione europeo sulla shoah, racconta la vera storia delle sorelle Bucci, Andra e Tatiana, deportate ad Auschwitz nel 1944 e salvate perché scambiate per gemelle e quindi di estremo interesse per i terribili esperimenti di Josef Mengele. Un film d’animazione non adatto ai bambini più piccoli, ma molto profondo.
Buone riflessioni, buona visione e buona condivisione.