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ESSERE ABBASTANZA!

“Specchio delle mie brame. La prigione della bellezza” di Maura Gancitano. Ed. Einaudi

Ogni volta che si parla di corpo, di bellezza, di canoni estetici, ci portiamo dietro un carico di cui non siamo affatto consapevoli. Questo libro ci dà l’opportunità di prendere consapevolezza dell’impatto sociale e del meccanismo di potere che si cela dietro all’industria della bellezza, perché sì, è qualcosa di creato, non è naturale, non è personale e non è oggettiva. 

Mai come in questo periodo trovo i germogli per un cambiamento, ma credo che il cambiamento sia ancora parecchio lontano. 

Ho letto il libro di Maura Gancitano “Specchio delle mie brame. La prigione della bellezza” come se leggessi un trattato, qualcosa di ricco, da assorbire nel valore e nel contenuto, in modo profondo e viscerale. 

Ho sentito il bisogno di leggere questo libro per me e per le persone che ho incontrato sulla mia strada, ho sentito il bisogno di dare contenuto a qualcosa che troppo spesso viene scambiato per buon senso, necessità, gusto personale o norma.

Il fatto è che, per un motivo o per l’altro, non andiamo mai bene, a noi stessɜ o alle altre persone:  troppo trucco, troppo sciattɜ, troppo grassɜ, troppo magrɜ, la cellulite da combattere, i peli da eliminare, le rughe da ridurre, l’età che fa paura, tutto troppo o troppo poco… ciò che fa parte della vita diventa qualcosa da combattere. 

Ma perché? In che posizione ci pone questo senso di inadeguatezza o superiorità di fronte agli altri esseri umani o di fronte a noi stessɜ? Che peso e che prezzo ha sulle nostre vite? E sulle società? E sulle politiche?

Davvero la bellezza o la rincorsa alla bellezza può avere un impatto politico? Beh, leggete questo libro!

Cerchiamo di capire quali meccanismi ci hanno portato a questo punto e quanto, tutto questo, sia stato strategico per rimanere un passo indietro, per sentirsi mancanti, ancora una volta, inadeguatɜ.

Credo sia il momento di dirsi che siamo “ABBASTANZA”! E non per pigrizia o perché rifuggiamo il cambiamento, ma perché possiamo farci del bene, senza necessariamente sentirci sempre mancanti, sbagliatɜ, senza valore.

Per tutte le volte che non mi sono sentita abbastanza, abbastanza bella, abbastanza brava, abbastanza risoluta, abbastanza qualcosa, come se ci fosse un punto ideale da dover raggiungere.

Per tutte le ragazze e le donne che si sono sentite inadeguate o non abbastanza magre, abbastanza sicure,  capaci,  meritevoli, forti,  abbastanza qualcosa.

Per tutti quei ragazzi e quegli uomini che lottano contro un machismo tossico, che non li fa sentire abbastanza uomini, abbastanza piacenti, abbastanza duri, abbastanza qualcosa.

Per tutte le persone che sono stanche di sentirsi giudicate e sbagliate.

Per tutte le volte che vorrei dire “BASTA!”, basta elemosinare affetto o aspettare che siano altrɜ a legittimare il nostro valore, basta ai timori, “basta ai “ma com’è vestita”, basta ai “se l’è cercata”, basta alla negazione dei diritti, ai canoni fissi, alle insicurezze paralizzanti, basta all’idea di perfezione, basta all’ansia da prestazione, basta compiacere, basta alla presunzione di decidere delle vite altrui e basta ai condizionamenti che impediscono di fiorire.

Iniziamo ad amare noi stessɜ e  chi abbiamo di fronte, in quanto esseri, in quanto persone e non in quanto oggetti, da ispezionare, parcellizzare e giudicare costantemente, facciamo concretamente qualcosa per occupare il nostro tempo in modo più proficuo piuttosto che massacrarci e massacrare! 

<3 Buona lettura, buone consapevolezze.. e che sia solo l’inizio per una nuova società. 

Consiglio anche, per chi volesse una lettura ancora più dettagliata e accademica rispetto al tema del femminile e della sua invisibilità nel mondo: “INVISIBILI” di Caroline Criado Perez.

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