“Il rispetto nasce dalla conoscenza, e la conoscenza richiede impegno, investimento, sforzo". Tiziano Terzani
Qualche tempo fa mi è stato chiesto un parere rispetto a come fare quando due genitori seguono religioni diverse e non concordano sulla religione che vorrebbero impartire ai propri figli. Specifico che non ho alcuna formazione teologica e per questo non mi addentrerò in questioni di valore, cercherò però, semplicemente, di darvi un parere pedagogico rispetto alle dinamiche che si possono creare in situazioni come queste. Quando si parla di fede, qualsiasi essa sia, entriamo in un campo che si muove tra privato, sociale e culturale, per questo vorrei sottolineare la complessità e la delicatezza del tema. Io esprimerò il mio pensiero in base alla mia esperienza e al mio contesto culturale che ovviamente potrebbe non essere condiviso da altri. Quello che dirò potrebbe essere utile alle famiglie che vogliono raggiungere ad un accordo condiviso nella gestione dell’educazione religiosa e morale dei propri figli, magari facendoli sperimentare anche con pratiche e contesti di entrambe le religioni. Vi indicherò, nell'ultimo punto, anche ciò che è emerso, fino ad oggi, a livello giuridico, proprio per dare un contributo su più livelli.
Dopo questa lunga premessa, ecco a voi 6 (s)punti per riflettere insieme su cosa è possibile fare quando due genitori non condividono la stessa religione. 1. IL BENESSERE PRIMA DI TUTTO! Pare inutile dirlo ma non lo è, il benessere dei vostri figli e delle vostre figlie deve essere la base assoluta delle vostre azioni educative, quindi, una lotta a chi detiene la religione migliore, oltre a essere concretamente impossibile, non farà stare bene nessuno, si creeranno conflitti, divisioni e discussioni difficili da gestire e faticose da vivere.
Non ero riuscita prima d’ora a vedere questa pubblicità, ne avevo solo sentito le critiche da più parti. Volevo capirne di più, l’ho vista e non condivido affatto le critiche. Credo che ad una certa età (nemmeno così lontana) molte donne iniziano a temere gli anni che passano, vedono il loro corpo cambiare, invecchiare e perdere le qualità che per secoli sono state valorizzate. Il corpo femminile è da sempre al centro dell’attenzione e della cosa pubblica, qualcosa da coprire, qualcosa da esporre, qualcosa da scambiare, qualcosa da desiderare, qualcosa da dover mantenere intatto, piacevole, privato, pubblico, peccaminoso, qualcosa da possedere.
Tutti noi abbiamo avuto paura di qualcosa nella vita, da piccoli, ma anche da grandi. Se ragioniamo bene, avere paura è uno dei sentimenti più faticosi da gestire, la paura ci paralizza, ci toglie il fiato, si presenta senza controllo nella nostra mente. Ma cos’è? La paura è un’emozione primordiale, che permetteva ai nostri antenati di reagire a ciò che si presentava come pericoloso, la paura è un’emozione primaria di difesa, scatenata da una situazione di pericolo che può essere reale, anticipata, evocata dal ricordo o prodotta dalla fantasia ed è qualcosa che può essere tanto utile quanto limitante.
Ma cosa fare quando i nostri figli e le nostre figlie hanno paura del buio?
PRENDIAMOLA SERIAMENTE! La paura fa paura, ricordiamoci la nostra infanzia ma non solo, la paura dell’ignoto, il brivido che percorre la schiena, il cuore che batte, la paura di morire o di rimanere soli, la doppia mandata della serratura, la luce accesa perché si è sentito un rumore strano.. queste paure non sono capricci, ma emozioni che non fanno vivere serenamente. Avere delle paure è normale, ma ironizzare, giudicare, reagire con superficialità fa sentire i bambini e le bambine non ascoltat*, non accolt* e non fornisce strumenti per superarle davvero. Provare empatia nei loro confronti, sentire davvero l’emozione che provano in quel momento di difficoltà ci permetterà di avere quell’attenzione e quell’ascolto che meritano, arrivando a comprenderne pensieri e bisogni. Dire semplicemente che non ci sono i mostri non aiuta se io penso ci siano, dire di non avere paura non aiuta se io la provo. Accogliamo amorevolmente le paure che ci vengono dette, solo allora saremo pronti per aiutare a gestirle.
qui sotto invece un piccolo KIT che può essere d’aiuto!!
IDEE DA INSERIRE NEL NOSTRO KIT
Un peluche con cui dormire: un pupazzo o un peluche rappresenta un forte mediatore della figura genitoriale quindi non solo tiene compagnia ma permette anche di dare sicurezza.
I più giovani e le loro famiglie, negli ultimi tempi, hanno sperimentato qualcosa di assolutamente nuovo, un’isolamento forzato, una scuola totalmente a distanza e nuove… Leggi tutto »Adolescenti e DAD: spunti di riflessione
Quante cose possono cambiare nella fase adolescenziale? Quanto è ricca di potenzialità e quanto mette in difficoltà le generazioni adulte da sempre? Ecco alcune riflessioni… Leggi tutto »Questo strano periodo chiamato adolescenza!
Il 19 settembre 2020 Un tè con la pedagogista vi offrirà un momento di discussione partendo dalle vostre esperienze, un momento di gruppo per affrontare… Leggi tutto »Tre incontri per parlare di…