“Noi stessi siamo il nostro peggior nemico. Nulla può distruggere l’Umanità ad eccezione dell’Umanità stessa.”
P. Teilhard De Chardin
Di Squid Game se ne sta parlando moltissimo e sono pienamente d’accordo con chi sostiene che sia una serie assolutamente non adatta ai bambini e alle bambine, quindi è opportuno fare in modo che ci sia un reale filtro a ciò che i bambini e le bambine possano o non possano vedere. Questo perché, alcune immagini, alcune storie, alcuni contenuti, sono troppo violenti, disumanizzanti e non sono metabolizzabili dal cervello ancora in formazione di un* bambin*.
Ho sempre sostenuto che si possa parlare di ogni cosa con persone di tutte le età, e lo credo fermamente tuttora, ma occorre un linguaggio e delle immagini adeguate, delle modalità che prendano in considerazione le diverse fasi di sviluppo.
In questo articolo però vorrei proporre alcuni (s)punti di riflessione, per insegnanti e famiglie, per discutere di questa serie con i più grandi, che di certo avranno bisogno ugualmente di qualcuno che argomenti con loro ciò che hanno visto, analizzando i significati sottesi alla serie. Ovviamente è interessante sempre partire da ciò che i ragazzi e le ragazze hanno percepito, quali sono i pensieri, cosa hanno compreso, quali messaggi secondo loro volevano essere trasmessi ecc, ma di certo questa sarà un’occasione preziosa per aprire orizzonti di pensiero e iniziare a discutere attivamente di ciò vivono e vedono.
Ecco quindi 6 piccoli (s)punti per riflettere insieme a ragazzi e ragazze su SQUID GAME (ce ne saranno molti altri ma questi sono i primissimi che mi sono venuti in mente a caldo, dopo aver visto la serie):
IL DEBITO COME TRAPPOLA
I personaggi del gioco sono per la maggior parte persone in debito economico con la società, con usurai, con le banche, sono persone che nella vita hanno perso, hanno giocato o hanno investito denaro non loro, hanno creato debiti, hanno distrutto le loro relazioni affettive, sono persone che, per ripagare i debiti fatti hanno addirittura ceduto i loro diritti corporei. Quante volte alcune persone si mettono in situazioni che possono attivare un meccanismo simile, pensiamo al gioco, alle dipendenze, alla partecipazione a bande, alle situazioni in cui per ottenere quello che voglio mi rendo dipendente da altri e facendolo perdo l’unica cosa che mi contraddistingue come essere umano, la libertà di scelta, perché smetto, a tutti gli effetti, di poter scegliere.
“Mi fa impazzire”, “non la riconosco più”, “esci da quel corpo!!”, “perché non riesco più a capire i miei figli?”, moltissime volte i genitori di figli e figlie adolescenti si sentono in scacco, alcuni comportamenti, che durante l’infanzia erano riusciti in qualche modo a gestire, con l’adolescenza sembrano incontrollabili ed esplosivi.
Qui sotto vi lascio il video e i link dei tre video sull’adolescenza fatti di recente, potete trovare qualche informazione utile e un po’ di consigli pratici!
In questo articolo invece vi elenco alcuni libri da poter usare per riflettere sull’agire educativo e rispetto alcune difficoltà che si presentano con figli e figlie adolescenti e pre-adolescenti. Prima di elencare i diversi libri premetto che non amo l’uso del maschile generico, come ho usato nel titolo e spesso si trova in questi testi, ma spero che presto una soluzione per colmare questa falla della scrittura possa essere trovata. Ulteriore appunto è che purtroppo non ho trovato nulla ad uso e consumo dei genitori, con taglio prettamente pedagogico. Molto materiale, a mio avviso profondamente interessante, mi sembra più adatto agli addetti ai lavori o alle persone che hanno voglia di fare riflessioni più composite, rischiando però, in un momento di difficoltà e necessità, di risultare forse un po’ troppo verboso. Amo la semplicità ma amo anche la complessità, nel senso etimologico del termine, che implica l’annodare, la rete, il tessuto, che non si può sciogliere se non perdendo la visione d’insieme. La complessità, a mio avviso, è arricchente, perché non si abbandona alle facili semplificazioni, mentre le cose complicate di certo lo sono meno!! Ampliare lo sguardo è spesso una grandissima risorsa, ma magari ne parleremo un’altra volta.
Detto questo, ecco a voi 5 libri per poter affrontate diverse tematiche legate all’adolescenza, dalla più semplici alle più faticose, in modo piuttosto semplice, con consigli pratici e informazioni dettagliate!
Premettendo che l’età indicata è consigliata, non vuol dire che vada bene per tutti i ragazzi e le ragazze di quell’età. Ogni persona è differente e per ognuna occorre trovare il libro che più sembra idoneo e indicato. Non è detto che per un ragazzino di 11 anni non sia indicato un libro per bambini di 9 o per una bambina di 10 non sia indicato un libro per ragazzine di 12. Insomma potete dare un occhio ai diversi libri e capire cosa fa al caso vostro! Inoltre per gli 11+ potrebbe essere utile qualche libro, indicato per età inferiori, che potrebbe spiegare alcune questioni di base. La conoscenza non è mai troppa!
Quante cose possono cambiare nella fase adolescenziale? Quanto è ricca di potenzialità e quanto mette in difficoltà le generazioni adulte da sempre? Ecco alcune riflessioni… Leggi tutto »Questo strano periodo chiamato adolescenza!
Ho amato questa serie, per diversi motivi, certamente ho trovato delle criticità, soprattutto ad un’analisi approfondita rispetto a ruoli, parole ed argomenti affrontati, ma è sicuramente una serie fatta bene che, non solo parla di adolescenti dal loro punto di vista, ma soprattutto, ha qualcosa da dire!
Skam Italia, riprende il format norvegese, dove SKAM vuol dire “vergogna” ma in questa serie non c’è davvero nulla di cui vergognarsi.
ECCO 5 MOTIVI PER VEDERE SKAM DA SOLI O CON I VOSTRI FIGLI (anche se in parallelo o in momenti differenti).
“Se noi vogliamo fargli capire le nostre differenze, dobbiamo dare risposte intelligenti alle loro domande stupide. Sennò loro continuano a dare risposte stupide alle loro domande e così non ci capiremo mai”.
Skam ci regala un momento per ricordare di tutte le emozioni vissute negli anni adolescenziali, non si può non guardarla con occhi d’amore, non si può non guardare quei ragazzi con affetto, non si può non ricordare le proprie prime volte, gli amici, la scuola, le relazioni, le fatiche … insomma, ci riporta ad un passato che ancora oggi guardiamo con un po’ di malinconia, con il quale, se si ha a che fare con gli/le adolescenti, dobbiamo tornare a fare i conti. Questo salto nel passato non serve solo per ricordarci come ci sentivamo, come vivevamo o volevamo vivere ma, ci permette di dare spazio ai nostri racconti, alle esperienze vissute, a come noi abbiamo affrontato quel periodo di vita, alle differenze, al paragone con i nostri genitori, e, narrando, ci permette di farci conoscere un po’ di più. I ragazzi e le ragazze amano i racconti e, alle volte, raccontare dei propri vissuti, insegna molto di più che lunghi e noiosi discorsoni.