Ogni volta che si parla di corpo, di bellezza, di canoni estetici, ci portiamo dietro un carico di cui non siamo affatto consapevoli. Questo libro ci dà l’opportunità di prendere consapevolezza dell’impatto sociale e del meccanismo di potere che si cela dietro all’industria della bellezza, perché sì, è qualcosa di creato, non è naturale, non è personale e non è oggettiva.
Mai come in questo periodo trovo i germogli per un cambiamento, ma credo che il cambiamento sia ancora parecchio lontano.
Ho letto il libro di Maura Gancitano “Specchio delle mie brame. La prigione della bellezza” come se leggessi un trattato, qualcosa di ricco, da assorbire nel valore e nel contenuto, in modo profondo e viscerale.
Ho sentito il bisogno di leggere questo libro per me e per le persone che ho incontrato sulla mia strada, ho sentito il bisogno di dare contenuto a qualcosa che troppo spesso viene scambiato per buon senso, necessità, gusto personale o norma.
Il fatto è che, per un motivo o per l’altro, non andiamo mai bene, a noi stessɜ o alle altre persone: troppo trucco, troppo sciattɜ, troppo grassɜ, troppo magrɜ, la cellulite da combattere, i peli da eliminare, le rughe da ridurre, l’età che fa paura, tutto troppo o troppo poco… ciò che fa parte della vita diventa qualcosa da combattere.
Ma perché? In che posizione ci pone questo senso di inadeguatezza o superiorità di fronte agli altri esseri umani o di fronte a noi stessɜ? Che peso e che prezzo ha sulle nostre vite? E sulle società? E sulle politiche?
Davvero la bellezza o la rincorsa alla bellezza può avere un impatto politico? Beh, leggete questo libro!
Cerchiamo di capire quali meccanismi ci hanno portato a questo punto e quanto, tutto questo, sia stato strategico per rimanere un passo indietro, per sentirsi mancanti, ancora una volta, inadeguatɜ.
Credo sia il momento di dirsi che siamo “ABBASTANZA”! E non per pigrizia o perché rifuggiamo il cambiamento, ma perché possiamo farci del bene, senza necessariamente sentirci sempre mancanti, sbagliatɜ, senza valore.
“Noi stessi siamo il nostro peggior nemico. Nulla può distruggere l’Umanità ad eccezione dell’Umanità stessa.”
P. Teilhard De Chardin
Di Squid Game se ne sta parlando moltissimo e sono pienamente d’accordo con chi sostiene che sia una serie assolutamente non adatta ai bambini e alle bambine, quindi è opportuno fare in modo che ci sia un reale filtro a ciò che i bambini e le bambine possano o non possano vedere. Questo perché, alcune immagini, alcune storie, alcuni contenuti, sono troppo violenti, disumanizzanti e non sono metabolizzabili dal cervello ancora in formazione di un* bambin*.
Ho sempre sostenuto che si possa parlare di ogni cosa con persone di tutte le età, e lo credo fermamente tuttora, ma occorre un linguaggio e delle immagini adeguate, delle modalità che prendano in considerazione le diverse fasi di sviluppo.
In questo articolo però vorrei proporre alcuni (s)punti di riflessione, per insegnanti e famiglie, per discutere di questa serie con i più grandi, che di certo avranno bisogno ugualmente di qualcuno che argomenti con loro ciò che hanno visto, analizzando i significati sottesi alla serie. Ovviamente è interessante sempre partire da ciò che i ragazzi e le ragazze hanno percepito, quali sono i pensieri, cosa hanno compreso, quali messaggi secondo loro volevano essere trasmessi ecc, ma di certo questa sarà un’occasione preziosa per aprire orizzonti di pensiero e iniziare a discutere attivamente di ciò vivono e vedono.
Ecco quindi 6 piccoli (s)punti per riflettere insieme a ragazzi e ragazze su SQUID GAME (ce ne saranno molti altri ma questi sono i primissimi che mi sono venuti in mente a caldo, dopo aver visto la serie):
IL DEBITO COME TRAPPOLA
I personaggi del gioco sono per la maggior parte persone in debito economico con la società, con usurai, con le banche, sono persone che nella vita hanno perso, hanno giocato o hanno investito denaro non loro, hanno creato debiti, hanno distrutto le loro relazioni affettive, sono persone che, per ripagare i debiti fatti hanno addirittura ceduto i loro diritti corporei. Quante volte alcune persone si mettono in situazioni che possono attivare un meccanismo simile, pensiamo al gioco, alle dipendenze, alla partecipazione a bande, alle situazioni in cui per ottenere quello che voglio mi rendo dipendente da altri e facendolo perdo l’unica cosa che mi contraddistingue come essere umano, la libertà di scelta, perché smetto, a tutti gli effetti, di poter scegliere.
“Ricordare è un dovere: essi non vogliono dimenticare, e soprattutto non vogliono che il mondo dimentichi, perché hanno capito che la loro esperienza non è stata priva di senso, e che i Lager non sono stati un incidente, un imprevisto della Storia.” P. Levi
Il 27 gennaio 1945 i cancelli del campo di sterminio di Auschwitz vennero abbattuti e circa 9.000 prigionieri furono liberati dall’esercito sovietico. Questa data rimane simbolo della fine di orrori, tra i più atroci della storia, un’eliminazione sistematica da parte dei nazisti di milioni e milioni di persone: ebrei, rom, slavi (polacchi, russi..), omosessuali, persone con disabilità, dissidenti politici e religiosi, testimoni di Geova, persone definite asociali (come le prostitute, i senzatetto, alcolisti, tossicodipendenti, mendicanti..).
Oggi vorrei parlarvi di Intelligenza Emotiva e spiegare brevemente cos’è e perché se ne parla così tanto.
Prima di tutto proviamo a trovare una definizione semplice, che riassume ciò che è stato detto negli anni dai diversi studiosi, in poche parole l‘intelligenza emotiva implica la conoscenza delle proprie e altrui emozioni, coinvolge l’abilità di percepirle, valutarle, gestirle, regolarle ed esprimerle, per affrontare le diverse situazioni che si manifestano durante la vita.
“Mi fa impazzire”, “non la riconosco più”, “esci da quel corpo!!”, “perché non riesco più a capire i miei figli?”, moltissime volte i genitori di figli e figlie adolescenti si sentono in scacco, alcuni comportamenti, che durante l’infanzia erano riusciti in qualche modo a gestire, con l’adolescenza sembrano incontrollabili ed esplosivi.
Qui sotto vi lascio il video e i link dei tre video sull’adolescenza fatti di recente, potete trovare qualche informazione utile e un po’ di consigli pratici!
In questo articolo invece vi elenco alcuni libri da poter usare per riflettere sull’agire educativo e rispetto alcune difficoltà che si presentano con figli e figlie adolescenti e pre-adolescenti. Prima di elencare i diversi libri premetto che non amo l’uso del maschile generico, come ho usato nel titolo e spesso si trova in questi testi, ma spero che presto una soluzione per colmare questa falla della scrittura possa essere trovata. Ulteriore appunto è che purtroppo non ho trovato nulla ad uso e consumo dei genitori, con taglio prettamente pedagogico. Molto materiale, a mio avviso profondamente interessante, mi sembra più adatto agli addetti ai lavori o alle persone che hanno voglia di fare riflessioni più composite, rischiando però, in un momento di difficoltà e necessità, di risultare forse un po’ troppo verboso. Amo la semplicità ma amo anche la complessità, nel senso etimologico del termine, che implica l’annodare, la rete, il tessuto, che non si può sciogliere se non perdendo la visione d’insieme. La complessità, a mio avviso, è arricchente, perché non si abbandona alle facili semplificazioni, mentre le cose complicate di certo lo sono meno!! Ampliare lo sguardo è spesso una grandissima risorsa, ma magari ne parleremo un’altra volta.
Detto questo, ecco a voi 5 libri per poter affrontate diverse tematiche legate all’adolescenza, dalla più semplici alle più faticose, in modo piuttosto semplice, con consigli pratici e informazioni dettagliate!
Premettendo che l’età indicata è consigliata, non vuol dire che vada bene per tutti i ragazzi e le ragazze di quell’età. Ogni persona è differente e per ognuna occorre trovare il libro che più sembra idoneo e indicato. Non è detto che per un ragazzino di 11 anni non sia indicato un libro per bambini di 9 o per una bambina di 10 non sia indicato un libro per ragazzine di 12. Insomma potete dare un occhio ai diversi libri e capire cosa fa al caso vostro! Inoltre per gli 11+ potrebbe essere utile qualche libro, indicato per età inferiori, che potrebbe spiegare alcune questioni di base. La conoscenza non è mai troppa!
I bambini e le bambine sono una fonte inesauribile di domande e curiosità, ed è un bene che lo siano! Ma se siamo sempre pronti a rispondere rispetto ad ogni argomento, con grande fierezza quando siamo ben preparati, davanti ad una tematica specifica il corpo si irrigidisce e negli occhi si legge il terrore: la sessualità!
Mentre qui sotto trovate alcuni libri utili per approfondire l’argomento e avere immagini, spiegazioni e supporti per rispondere ad ogni domanda. Buona lettura!!
Premettendo che l’età indicata è consigliata, non vuol dire che vada bene per tutti i bambini e le bambine di quell’età. Ogni persona è differente e per ognuna occorre trovare il libro che più sembra idoneo e indicato. Non è detto che per un bambino di 7 anni non sia indicato un libro per bambini di 9 o per una bambina di 10 non sia indicato un libro per ragazzine di 7. Insomma potete dare un occhio ai diversi libri e capire cosa fa al caso vostro!
Premettendo che l’età indicata è consigliata, non vuol dire che vada bene per tutti i bambini e le bambine di quell’età. Ogni persona è differente e per ognuna occorre trovare il libro che più sembra idoneo e indicato. Non è detto che per un ragazzino di 11 anni non sia indicato un libro per bambini di 9 o per una bambina di 10 non sia indicato un libro per ragazzine di 12. Insomma potete dare un occhio ai diversi libri e capire cosa fa al caso vostro!