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LIBRI PER CONOSCERE.. LE RELIGIONI!

Ho scritto qui ( https://www.sarabalducci.it/second/2020/11/24/educazione-e-religione-6-spunti-per-riflettere-su-discordanza-religiosa-e-genitorialita/ ) un articolo per dare qualche spunto sul cui riflettere in contesti famigliari dove due genitori professano fedi differenti. Qui sotto indico invece alcuni libri utili per conoscere qualcosa in più sulle religioni e i rituali del mondo, tra storia e curiosità!

Foto di Alexas_Fotos da Pixabay

LE RELIGIONI DEL MONDO. Fedi, storia, tradizioni – (V. Palazzolo, V. Savini, G. Ovani) +6

Un libro interattivo che racconta il mondo, le diverse tradizioni, la storie e le religioni. Si trova una breve introduzione alla religiosità in generale e una piccola sezione dedicata ad ateismo e agnosticismo. Si sviluppa in senso cronologico, affrontando aspetti culturali e rituali anche delle religioni animiste, dei popoli indigeni e aborigeni. 

RELIGIONI DEL MONDO – (A. frith, B. Ablett) +6

Un libro per capire quali culti e religioni vengono praticati in tutto il mondo. Non ho trovato molto materiale su questo libro ma pare essere tra i più venduti. 

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EDUCAZIONE E RELIGIONE: 6 (s)punti per riflettere su discordanza religiosa e genitorialità.

“Il rispetto nasce dalla conoscenza, e la conoscenza richiede impegno, investimento, sforzo".  Tiziano Terzani
Qualche tempo fa mi è stato chiesto un parere rispetto a come fare quando due genitori seguono religioni diverse e non concordano sulla religione che vorrebbero impartire ai propri figli. Specifico che non ho alcuna formazione teologica e per questo non mi addentrerò in questioni di valore, cercherò però, semplicemente, di darvi un parere pedagogico rispetto alle dinamiche che si possono creare in situazioni come queste. Quando si parla di fede, qualsiasi essa sia, entriamo in un campo che si muove tra privato, sociale e culturale, per questo vorrei sottolineare la complessità e la delicatezza del tema. Io esprimerò il mio pensiero in base alla mia esperienza e al mio contesto culturale che ovviamente potrebbe non essere condiviso da altri. Quello che dirò potrebbe essere utile alle famiglie che vogliono raggiungere ad un accordo condiviso nella gestione dell’educazione religiosa e morale dei propri figli, magari facendoli sperimentare anche con pratiche e contesti di entrambe le religioni. 
Vi indicherò, nell'ultimo punto, anche ciò che è emerso, fino ad oggi, a livello giuridico, proprio per dare un contributo su più livelli.
Dopo questa lunga premessa, ecco a voi 6 (s)punti per riflettere insieme su cosa è possibile fare quando due genitori non condividono la stessa religione. 


1. IL BENESSERE PRIMA DI TUTTO! Pare inutile dirlo ma non lo è, il benessere dei vostri figli e delle vostre figlie deve essere la base assoluta delle vostre azioni educative, quindi, una lotta a chi detiene la religione migliore, oltre a essere concretamente impossibile, non farà stare bene nessuno, si creeranno conflitti, divisioni e discussioni difficili da gestire e faticose da vivere.
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LA PAURA DEL BUIO: 5 (s)punti per affrontarla insieme!

Tutti noi abbiamo avuto paura di qualcosa nella vita, da piccoli, ma anche da grandi. Se ragioniamo bene, avere paura è uno dei sentimenti più faticosi da gestire, la paura ci paralizza, ci toglie il fiato, si presenta senza controllo nella nostra mente. Ma cos’è? La paura è un’emozione primordiale, che permetteva ai nostri antenati di reagire a ciò che si presentava come pericoloso, la paura è un’emozione primaria di difesa, scatenata da una situazione di pericolo che può essere reale, anticipata, evocata dal ricordo o prodotta dalla fantasia ed è qualcosa che può essere tanto utile quanto limitante. 

Ma cosa fare quando i nostri figli e le nostre figlie hanno paura del buio? 

  • PRENDIAMOLA SERIAMENTE! La paura fa paura, ricordiamoci la nostra infanzia ma non solo, la paura dell’ignoto, il brivido che percorre la schiena, il cuore che batte, la paura di morire o di rimanere soli, la doppia mandata della serratura, la luce accesa perché si è sentito un rumore strano.. queste paure non sono capricci, ma emozioni che non fanno vivere serenamente. Avere delle paure è normale, ma ironizzare, giudicare, reagire con superficialità fa sentire i bambini e le bambine non ascoltat*, non accolt* e non fornisce strumenti per superarle davvero. Provare empatia nei loro confronti, sentire davvero l’emozione che provano in quel momento di difficoltà ci permetterà di avere quell’attenzione e quell’ascolto che meritano, arrivando a comprenderne pensieri e bisogni. Dire semplicemente che non ci sono i mostri non aiuta se io penso ci siano, dire di non avere paura non aiuta se io la provo. Accogliamo amorevolmente le paure che ci vengono dette, solo allora saremo pronti per aiutare a gestirle. 
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KIT PER AFFRONTARE LA PAURA DEL BUIO e LIBRI UTILI

Se la paura del buio si fa sentire ecco il link per affrontarla

LA PAURA DEL BUIO: 5 (s)punti per affrontarla insieme!

qui sotto invece un piccolo KIT che può essere d’aiuto!!

* alcuni studi hanno dimostrato che dormire al buio è la cosa migliore in assoluto, ma per chi non può farne a meno, di scegliere una lucina rossa e non bianca o blu per evitare di inibire la produzione di melatonina.
https://www.nigms.nih.gov/education/fact-sheets/Pages/circadian-rhythms.aspx

IDEE DA INSERIRE NEL NOSTRO KIT

  • Un peluche con cui dormire: un pupazzo o un peluche rappresenta un forte mediatore della figura genitoriale quindi non solo tiene compagnia ma permette anche di dare sicurezza.
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5 BUONI MOTIVI PER VEDERE SKAM ITALIA

Ho amato questa serie, per diversi motivi, certamente ho trovato delle criticità, soprattutto ad un’analisi approfondita rispetto a ruoli, parole ed argomenti affrontati, ma è sicuramente una serie fatta bene che, non solo parla di adolescenti dal loro punto di vista, ma soprattutto, ha qualcosa da dire!

Skam Italia, riprende il format norvegese, dove SKAM vuol dire “vergogna” ma in questa serie non c’è  davvero nulla di cui vergognarsi.

ECCO 5 MOTIVI PER VEDERE SKAM DA SOLI O CON I VOSTRI FIGLI (anche se in parallelo o in momenti differenti).

“Se noi vogliamo fargli capire le nostre differenze, dobbiamo dare risposte intelligenti alle loro domande stupide. Sennò loro continuano a dare risposte stupide alle loro domande e così non ci capiremo mai”.

Per chi amasse i video ecco il link al canale!

  1. Skam ci regala un momento per ricordare di tutte le emozioni vissute negli anni adolescenziali, non si può non guardarla con occhi d’amore, non si può non guardare quei ragazzi con affetto, non si può non ricordare le proprie prime volte, gli amici, la scuola, le relazioni, le fatiche … insomma, ci riporta ad un passato che ancora oggi guardiamo con un po’ di malinconia, con il quale, se si ha a che fare con gli/le adolescenti, dobbiamo tornare a fare i conti. Questo salto nel passato non serve solo per ricordarci come ci sentivamo, come vivevamo o volevamo vivere ma, ci permette di dare spazio ai nostri racconti, alle esperienze vissute, a come noi abbiamo affrontato quel periodo di vita, alle differenze, al paragone con i nostri genitori, e, narrando, ci permette di farci conoscere un po’ di più. I ragazzi e le ragazze amano i racconti e, alle volte, raccontare dei propri vissuti, insegna molto di più che lunghi e noiosi discorsoni. 
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Il valore delle parole

“Le parole sono finestre (oppure muri)”.

Marshall B. Rosenberg

In un’epoca dove i social hanno tolto la necessità di rispondere delle proprie parole, dove ognuno si sente libero di scrivere tutto ciò che gli passa per la mente, non importa se fasullo, offensivo o discriminatorio, pare sempre più urgente fare un pensiero rispetto al valore delle parole e, in questo caso, approfondire il loro ruolo all’interno della relazione educativa.

Le parole hanno un enorme valore, poiché ci mettono in relazione con il mondo, forniscono significato a ciò che viviamo e proviamo, aiutandoci a definire pensieri, azioni ed emozioni.

Grazie alle parole possiamo descrivere i nostri desideri, i nostri bisogni e le nostre ragioni, proprio per questo è importante imparare a farlo con un linguaggio positivo, non volgare e non giudicante. Insegneremo così a bambini e bambine il rispetto per loro stessi e per gli altri, insegneremo ad affrontare, in maniera costruttiva, le proprie e altrui fragilità e diversità.

Non giudichiamo le persone ma le azioni! Non bisogna dire a un bambino o ad una bambina, sei stupido, sei una pasticciona, non sei capace ma piuttosto questa cosa è sbagliata o questa azione non si fa. Se definiamo la persona come stupida, incapace e sbagliata stiamo toccando la sua individualità, non le azioni che sta compiendo e questo, lederà la sua autostima, facendo emergere rabbia e tristezza. 

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